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La Cucina Italiana, 26 aprile 2025 |
Ricette
I Laboratori 2024 dell’Accademia
Stoccafisso all’Anconitana, la ricetta e i “comandamenti” dell’Accademia
Fonte: ViaggiOff, 24 maggio 2023
“Bim bum bam, stoccafisso e baccalà”. Ad Ancona, anni or sono, il “tocco” tra bambini si faceva così, chiamando in causa le due varianti del merluzzo norvegese (il primo essiccato, il secondo sotto sale), protagonista della cucina di mare del capoluogo marchigiano.
Oggi è il titolo dell’ultimo libro firmato Cassandra Mengarelli, biologa cresciuta in una famiglia di ristoratori da sette generazioni, ora volitivo vicepresidente dell’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana, braccio destro del presidente-avvocato Pericle Truja.
Incontriamo i vertici dell’Accademia al ristorante Gino, di fronte alla stazione di Ancona, in occasione di Tipicità in blu (rassegna di cui ViaggiOff è media partner).
Eppure, in un’altra pubblicazione dell’Accademia (il titolo in questo caso è 52 ricette di stoccafisso), proprio a pagina 52, rintracciamo le istruzioni per l’uso. La ricetta trascritta da Cassandra è quella di zia Bruna, cuoca nel ristorante di famiglia. Era conservata in un vecchio quaderno, racconta lei stessa nell’introduzione. E oggi è messa nero su bianco come “Stoccafisso all’anconitana del vecchio ristorante da Tonino”.
«Siamo nel tempio dello stoccafisso», ci dicono con orgoglio. Mentre loro, gli “accademici”, ne sono i numi tutelari. Subito chiediamo la ricetta, noi di Cook&Go. Ma c’è qualche sottile resistenza. Documentandoci, capiamo il perché: “I soci fondatori – si legge in un comunicato – indicarono gli ingredienti caratterizzanti il piatto e non le modalità di preparazione, facendo così emergere le varie interpretazioni derivanti dalla storia e dalla cultura del territorio”. Una “felice intuizione”, ci tengono a precisare. Perché gli chef sono artisti e “ognuno è libero di darne una propria interpretazione”.
La riportiamo qui, a beneficio dei nostri lettori, riepilogando alcuni tra i punti cardine del Disciplinare dello stoccafisso, vera Bibbia degli accademici. E dunque: il pesce sarà merluzzo, specie Gadus Morhua, preferibilmente classificato “ragno” o “westre Ancona” essiccato all’aria nella zona d’origine; la reidratazione avverrà in acqua corrente con ricambio; l’olio utilizzato deve essere rigorosamente extra vergine di oliva, ottenuto da olive raccolte in Italia, e preferibilmente spremute nelle Marche; è consigliata la patata a pasta gialla idonea alla cottura in bagno d’olio prolungato; il vino di cottura dovrà essere bianco, corposo ad alta gradazione, preferibilmente Verdicchio classico dei Castelli di Jesi, di Matelica e Cupramontana.
Ma ora vediamo la ricetta di zia Bruna.
INGREDIENTI A PERSONA
300 gr di stoccafisso pulito e bagnato
250 gr di patate gialle
una manciata di pomodorini pendolini o ciliegini
vino bianco Verdicchio qb
carota qb
sedano qb
cipolla qb
1 spicchio di aglio
olio Evo qb
peperoncino qb
rosmarino qb
sale qb
pepe qb
PREPARAZIONE
Mettete dell’olio sul fondo di un tegame capiente. Su una metà dello stesso adagiate i pezzi tagliati dello stoccafisso. Sul lato opposto, le patate a tocchi di 3-4 cm.
Cospargete il tutto con un battuto di carota, sedano, cipolla, aglio, preparato in precedenza.
Aggiungete sale, pepe, peperoncino (se piace), i pomodorini tagliati a metà in egual quantità sullo stocco e sulle patate e un rametto di rosmarino. Irrorate con del buon Verdicchio e coprite con acqua.
Evitate di toccare i pezzi di stocco nel tegame per non romperli durante la cottura.
Verificate la cottura dello stoccafisso e delle patate con una forchetta. Muovete il tegame ruotandolo di tanto in tanto per verificare che niente si attacchi sul fondo. Nel caso notate che gli ingredienti si stiano asciugando troppo, aggiungete lentamente dell’acqua calda e correggetene la sapidità.
Dopo circa 1 ora e mezza/2 ore, si può impiattare.
Da “GINO”, 1 ottobre 2021
L’Accademia prosegue nelle iniziative di valorizzazione delle tipicità anconetane. In questa settimana è stata organizzata la consueta conviviale a base di stoccafisso all’anconitana presso il Ristorante da Gino di Ancona, programmata per giovedì 30 settembre, che per l’elevato numero di partecipanti è stata replicata venerdì 1° ottobre; due serate dedicate al vincistocco ed allo stoccafisso cucinato dalla Chef Michela Polverini sulla base del disciplinare dell’Accademia, con stoccafisso, pomodorini, patate, olio extravergine e spezie, accompagnati dal tradizionale verdicchio dei Castelli di Jesi, ma anche da un rosso “Lacrima” per quanti preferiscono lo stoccafisso con il rosso. Tutti i prodotti , ad eccezione dello stoccafisso, di origine marchigiana. Due serate quindi dedicate al buon cibo ed ai prodotti a km zero.
In queste occasioni i dirigenti dell’Accademia, dal Presidente Pericle Truja, al Vice Presidente Vicario Aldo Roscioni, alla Vice Presidente Cassandra Mengarelli, al Tesoriere Gilberto Gasparoni ed ai consiglieri intervenuti Andrea Pistoli, Mauro Tiriduzzi, Patrizia Niccolaini, Marco Ascoli Marchetti, Bruno Ulisse e Andrea Gioia hanno illustrato l’attività dell’Accademia nella stagione estiva.
52 Ricette di Stoccafisso
Guarda il video del backstage (Fabio Manini)
Bacalà alla Vicentina tra storia e tradizione
Illustrazioni e testi di Galliano Rosset
Editrice Veneta, Vicenza, settembre 2017.
Copertina cartonata con sovraccoperta, 119 pagine
ISBN 978.88.8449.833.5
Volume, con numerosi disegni e copie di documenti storici, dedicato al piatto “principe” della tradizione vicentina e che ripercorre il viaggio del “pesce-bastone” dalle Isole Lofoten in Norvegia alle terre beriche.
Il bacalà (rigorosamente con una sola “c”) è un alimento che fa parte da secoli delle nostre terre e che, da parecchi decenni, ha assunto anche una importante funzione economica e promozionale grazie anche alle Pro Loco che si sono attivate con feste ed iniziative per promuovere questo piatto tipico.
Per raccontare la storia del bacalà, Rosset parte da lontano, dal fantastico viaggio del 1431 di Pietro Querini terminato con un naufragio che portò il navigatore veneziano a scoprire lo Stockfis, nell’isola di Røst, nell’arcipelago delle Isole Lofoten al largo delle coste Norvegesi. Di lì iniziano le vicende, raccontate con maestria dalla mano di Rosset, capace, con il suo accattivante modo di scrivere ed illustrare, di accompagnare il lettore dalle tempestose coste norvegesi alle nostre tavole, in un percorso che dura secoli ma mantiene intatta la sua attualità.